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1822/3 - La cattura del piroscafo «Matteo Verderame»
Durante la guerra greco-turca del 1921-22, rispetto alla quale le Potenze Alleate si mantenevano neutrali [1] , alcune unità della Marina militare ellenica fermavano e catturavano il piroscafo italiano «Matteo Verderame» con un carico di armi, e facevano prigioniero un suddito turco trovato a bordo. Poiché dalle prime informazioni la cattura pareva essere avvenuta «in mare aperto», il 29 novembre 1921 il Ministro degli Esteri, Tomasi della Torretta, inviava al Ministro d'Italia ad Atene, Montagna, le seguente istruzioni:
«Quanto alla cattura del piroscafo "Matteo Verderame" e del suo carico ed all'arresto di un preteso ufficiale turco trovantesi a bordo la S.V. dovrà immediatamente e nel modo più energico protestare. Come giustamente ricorda ella stessa la notifica al Governo greco del nostro punto di vista di netta opposizione al diritto di visita in alto mare di navi nazionali è stata fatta in modo formale ed inequivoco. Non solo: ma, come ella stessa ha riferito, il Sig. Baltazzi di ciò ha preso distintamente e formalmente atto. In nessun caso dunque il Governo greco potrà prestare ignoranza o malinteso. Siccome tuttavia è nostra intenzione facilitare la risoluzione di questo grave incidente, pur tutelando senza esitazioni il nostro prestigio, autorizzo V.S. a dichiarare a codesto Governo che siamo pronti a disporre il ritorno in Italia della Nave del carico e del prigioniero turco. Nave carico e prigioniero debbono però esserci restituiti immediatamente senza tergiversazioni. Inoltre il Governo greco dovrà esprimere il suo rincrescimento per operato delle autorità navali che probabilmente avranno oltrepassato le istruzioni ricevute. Ella dovrà richiamare nel modo più serio l'attenzione di codesto Governo sugli inconvenienti, pericoli e responsabilità cui andrebbe incontro ove l'incidente non venisse rapidamente liquidato». (Tomasi della Torretta a Montagna, De Martino e Bonin Longare, Roma, 29 novembre 1921, h. 23.30, ASE, P 1919-30, 1661)
Il punto di vista del Governo italiano rispetto all'incidente del «Matteo Verderame» veniva comunicato al Ministro degli Esteri britannico, Curzon, il quale, invece, aveva dichiarato di riconoscere alla Grecia il diritto di visita e cattura delle navi private in acque internazionali. L'Incaricato d'Affari a Londra, Taliani, così scriveva, il 2 dicembre 1921, a Tomasi della Torretta:
«Ho informato il F.O. [ Foreign Office ] dell'atteggiamento risoluto assunto dal R. Governo in occasione arresto da parte nave da guerra greca del piroscafo nazionale "Matteo Verderame". Ho aggiunto che atto della Marina da guerra greca era tanto più inammissibile in quanto avevamo formalmente notificato al Governo ellenico nostra opposizione al diritto di visita di navi italiane e discussioni pendevano ancora in proposito in ragione soprattutto della situazione affatto anormale sotto ogni punto di vista. Nel prendere atto delle informazioni mi si disse che il Governo britannico aveva già fatto conoscere a Roma a più riprese suo punto di vista favorevole al diritto di visita da parte greca. Il Governo britannico aveva troppo interesse a mantenere il principio nelle sue linee generali per infirmarlo con una eccezione nel conflitto greco-turco per quanto condizioni di esso potessero parere anormali. A tutte le ditte che avevano chiesto informazioni in proposito si era risposto che il rifornimento di armi dei due belligeranti era a loro intero rischio e pericolo. Mi risulta che prossimamente Governo britannico farà conoscere ad Atene suo consenso al diritto di visita da parte navi greche». (Taliani a Tomasi della Torretta, Londra, 2 dicembre 1921, ASE, R Londra, 510)
In seguito ad ulteriore inchiesta, peraltro, si accertava che la cattura del piroscafo era avvenuta in acque territoriali greche. Poiché l'Italia non contestava il diritto della Grecia di visitare e catturare le navi private straniere nel mare territoriale ellenico, Tomasi della Torretta informava Taliani, l'8 dicembre 1921, che
«Incidente piroscafo Verderame perde molto sua importanza perché accertato fermo avvenne acque giurisdizione ellenica. R. Legazione Atene sta trattando per risoluzione incidente che confido potrà raggiungersi felicemente». (Tomasi della Torretta a Taliani, Roma, 8 dicembre 1921, h. 0.50, ibidem)
Note
[1] vedi anche:
1836/3 - La neutralità delle Potenze Alleate nel conflitto greco-kemalista;
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